(Adnkronos) – È arrivato il giorno tanto atteso. Quello in cui Francesca Chaouqui, imputata per un reato che non ha commesso, vale a dire la divulgazione di documenti riservati, è stata invitata a difendersi davanti al cardinale Becciu. L’ex commissario Cosea si è presentata con una documentazione di oltre tremila pagine e una cassetta chiusa a chiave da mostrare all’aula del tribunale. Con grande determinazione e fierezza si è poi recata all’ingresso del Palazzo del Perugino, dove ha rivolto un messaggio trionfante ai giornalisti assiepati: “Assolutamente sì! Aspettatevi una revisione del processo Vatileaks”. Ha aggiunto: “Oggi saranno rivelate grandi verità. Vi spiegherò prima come il cardinale mi ha allontanata dal Santo Padre e poi come il Santo Padre mi ha richiamato al suo fianco. Dimostrerò come ci sia stato un vero e proprio tentativo di mettere in scacco la diplomazia pontificia sostituendola con una diplomazia parallela che veniva condotta attraverso società di intelligence assoldate da un potere occulto. Un potere che agiva alle spalle del Papa e lo sfruttava senza scrupoli”.
Chaouqui è stata condannata a 10 mesi per non aver usato la cautela dovuta nel presentare i giornalisti al monsignore che, poi, ha rivelato segreti che non avrebbe dovuto rivelare. Oggi finalmente tutti capiranno il motivo che l’ha spinta ad agire in tal modo. La lobbista ha poi sottolineato di non essere alla ricerca di riconoscimento, perché nel momento in cui Papa Francesco l’ha richiamata nel 2018 tutto cambiato. Ha detto: “Ho già vinto! Non sono il cardinale Becciu che ha bisogno di dire ‘il papa mi riammette al conclave, sono riabilitato’. Quello che ho fatto dal 2018 l’ho tenuto per me, perché io lavoro per il Papa, non per me né per la stampa”.
Chaouqui ha anche specificato che non si confronta con Maria Giovanna Maglie o Geneviève Ciferri. Maglie ha scritto un memoriale per spiegare al tribunale cosa la Ciferri volesse da lei; Ciferri contattò Maglie perché pensava che Monsignor Perlasca avesse subito un tentativo di omicidio all’interno della Casa Santa Marta.
L’ex commissario Cosea vuole mettere fine alle narrazioni su di lei come “la reietta”: “Questa narrazione finisce oggi”. Sottolineando quanto sia difficile essere donna nel mondo moderno e che comunque bisogna sempre lottare con coraggio contro le persone potentate, Chaouqui afferma: “Non sono qui a ricercare riconoscimento. Sono qui come simbolo della forza femminile in lotta per qualcosa”.
In conclusione, Francesca Chaouqui vuole ribadire un punto fondamentale: “Non esiste nulla che io faccia, abbia fatto o farò di cui Papa Francesco non sia informato”.