“Speranza ha ingannato sulla pandemia. Il sinistro? Non vuole l’esattezza”.

Con l’approssimarsi dell’iter per l’istituzione della commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia da parte della Camera, il viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami assicura che l’obiettivo è andare “fino in fondo” e mettere sotto la lente d’ingrandimento tutti gli errori, le omissioni e le mancanze. Secondo Bignami è indispensabile partire dal piano pandemico, vecchio e non aggiornato, che non è stato attivato all’inizio del 2020: “Il Piano pandemico funziona come un sistema antincendio. Non spegne il focolaio, ma ti fa guadagnare tempo per metterti in sicurezza. Il nostro era vecchio, non aggiornato. Ma nonostante ciò, se fosse stato attivato, avrebbe aiutato”.

Bignami punta il dito contro il Ministero della Salute, reo di aver mancato di aggiornare il Piano dal 2014 al 2020. E ancora: “Dal ministero addirittura rassicuravano l’Unione europea che il nostro sistema di preparazione e risposta ad eventuali eventi pandemici era pronto ed efficace. Mentivano, sapendo di mentire”. Secondo Bignami, se fosse stato attivato un piano anti virus già pronto nel 2006 sarebbe servito a guadagnare tempo prezioso ma in quel momento venne deciso di crearne uno nuovo da zero: “Il Cts decise di elaborare un nuovo piano anti virus il 13 febbraio, negando l’utilità del Piano del 2006 credo perché questo avrebbe significato per molti dei suoi componenti ammettere che avevano abbandonato negli anni uno strumento necessario”. Il Piano Covid poi non arrivò mai alle regioni perché “il virus ormai era dilagato e l’Italia fu messa in lockdown come misura di cieca disperazione”.

Anche le commesse firmate nella fase iniziale saranno oggetto d’inchiesta: “Vi cito un episodio. Il 12 febbraio 2020 Ruocco, segretario generale del ministero, riferisce che non c’erano dispositivi sanitari. Ma il 15 febbraio il governo Conte-Speranza dispone l’invio di 5 tonnellate di materiale sanitario in Cina”. Un punto interrogativo ancora irrisolto: “Perché se non avevamo dispositivi li mandiamo in Cina? Perché immediatamente dopo attiviamo forme di acquisto straordinarie, di fatto senza alcun controllo?”.

La Commissione punterà dunque a far chiarezza su quanto accaduto finora, senza sconti né limitazioni temporali imposte: “Non intendiamo assegnare un periodo di indagine definito. La precedente proposta di commissione di inchiesta era una farsa. Diceva che bisognava indagare su quello che era successo fino al 30 gennaio 2020 ed in Cina”. E a chi vuole evitare che la verità venga alla luce Bignami ricorda: “Le sinistre hanno una idiosincrasia nei confronti della verità.

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