La città di Soledar sta lentamente ma inesorabilmente cedendo al peso dell’offensiva dell’esercito russo. Il costante fuoco di artiglieria e gli attacchi aerei e missilistici hanno impedito il trasferimento di risorse e la fornitura di munizioni, causando la morte di circa 700 soldati ucraini nell’ultima settimana. La versione ufficiale del Cremlino attribuisce il merito della conquista alla famigerata brigata Wagner, guidata da Prigozhin, mentre Kiev sostiene che la battaglia sia ancora in corso.
Il capo dell’ufficio di presidenza ucraina, Andriy Yermak, ha paragonato l’assedio di Soledar alla Battaglia di Verdun del XXI secolo, mentre il presidente Zelensky ha promesso supporto militare ai soldati impegnati a Soledar e Bakhmut. Mosca intanto sta prevedendo un esercito di 2 milioni di soldati, con la previsione di una nuova maxi mobilitazione che porterà altri 500mila uomini al fronte.
L’Occidente, nonostante le tante preoccupazioni, mantiene intatta la speranza: secondo il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca John Kirby l’esito della guerra non dipenderà da questa battaglia. L’Ucraina nel frattempo è ormai di fatto un membro della Nato e presto riceverà armi più potenti per contrastare l’avanzata russa. Oltre che sulla battaglia militare, Kiev sta andando avanti anche con le proprie strategie politiche: più di 200 militari sono partiti per l’addestramento alla base dell’aeronautica di Torrejon de Ardoz.
Nonostante l’ottimismo ucraino e le numerose prove di sostegno internazionale, l’incognita sulla caduta definitiva rimane e i due Paesi restano in attesa per notizie ripulite dalla propaganda.
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