
Il Ministro Carlo Nordio è stato ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica, discutendo ampiamente dei principali temi che stanno animando il dibattito interno riguardante la Giustizia. Nei giorni scorsi, Nordio ha ottenuto il sostegno incondizionato del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “È una grande soddisfazione che la Presidente Meloni fosse perfettamente in sintonia con me sulle riforme della Giustizia. La Meloni ha annunciato a tutti i ministri un cronoprogramma per presentare entro 3-6 mesi i risultati raggiunti e ciò che verrà fatto”.
Nordio ha inoltre anticipato l’organizzazione di una riunione con il Primo Ministro, visto l’alta priorità assegnata alla Riforma della Giustizia. Nel corso dell’intervista, il Ministro si è detto anche soddisfatto del supporto del Terzo Polo, poiché avevano applaudito la proposta di una Riforma della Giustizia dal sapore liberale. Tuttavia, Nordio ha tenuto a precisare che cambiamenti di tal portata non possono essere portati avanti in breve tempo: “Una cosa è cambiare un articolo del Codice di Procedura Penale, altra cosa è prospettare un cambiamento costituzionale come quello della separazione delle carriere: questo richiederà più tempo”.
Entrando nel vivo delle più recenti polemiche, Nordio ha ribadito che le intercettazioni riguardanti terrorismo e mafia non saranno minimamente toccate, così come quelle riguardanti i reati “spie”, come la corruzione o la falsa fatturazione per operazioni inesistenti. Per quanto riguarda tutti gli altri reati, comunque, Nordio ha evidenziato alcune criticità da risolvere: “Gran parte delle intercettazioni sono sproporzionate rispetto agli altri Paesi e comportano un notevole dispendio economico; non sono finalizzate alla repressione della mafia o al terrorismo ma alla scarsa disponibilità di risorse”. Quando le intercettazioni vengono rese pubbliche da giornali e media, il Ministro ha sottolineato che la colpa ricade su chi non tutela il segreto istruttorio.
Tra i temi da affrontare vi è anche l’abuso di ufficio: come ha spiegato Nordio stesso, gli indagati finiscono spessissimo sotto i riflettori mediatici ma pochissime volte vengono condannati. Per questo motivo, si è registrata un’imponente “processione” di Sindaci nell’ufficio del Ministro: “Il danno che derivano dalle indagini non è tanto nelle condanne (spessissimo mai irrogate) ma nel fatto che queste persone vengono indagate e finiscono su gazzette e stampa; per evitare queste conseguenze cosa fanno? L’inerzia, ecco la paura della firma”.
Nordio intende dunque affrontare queste questioni con rinnovato vigore; certamente si tratta di un processo lungo e articolato ma che può portare grandissimi benefici alle Istituzioni.