Falla nel Sistema All’interno dell’Amministrazione di Montecitorio

Una piccola falla nel sistema all’interno dell’amministrazione di Montecitorio è stata scoperta quasi per caso, complice una gara di solidarietà che ha visto coinvolto un cospicuo gruppo di parlamentari. La trasmissione televisiva Le Iene, a fine dicembre, viene a sapere che la Camera dei deputati ha deciso di aumentare di più del doppio il «bonus» computer per i parlamentari. In buona sostanza sale a 5.500 euro la cifra rimborsabile dal Montecitorio per i deputati che acquistano computer, tablet, telefoni cellulari.

Gara di Solidarietà

Gli autori del programma hanno dato un grande risalto alla notizia, facendo appello ai deputati per devolvere quel «bonus» in favore di una scuola, scelta a rappresentare quel mondo scolastico dove i supporti didattici non sono ovviamente all’altezza della situazione. E nello specifico la gara di solidarietà è stata organizzata in favore della scuola elementare Gianni Rodari di Villaricca, in provincia di Napoli.

Falla Nel Sistema All’interno dell’Amministrazione

Dicevamo della «falla nel sistema». Ebbene alcuni deputati prima di effettuare l’acquisto di tablet e pc hanno voluto sincerarsi presso l’amministrazione di Montecitorio che devolvere a terzi il bene acquistato grazie al bonus fosse lecito. La risposta dell’ufficio competente ha chiarito che per la richiesta di rimborso servono soltanto le fatture d’acquisto. Quindi l’amministrazione non si preoccupa di verificare se le dotazioni tecnologiche che il parlamentare acquista per agevolare la propria attività legislativa venga dallo stesso effettiva utilizzata personalmente.

Appello Della Trasmissione Televisiva

A fronte di questo chiarimento molti deputati hanno quindi accolto l’invito della trasmissione televisiva. Altri loro colleghi, comunque, hanno preferito percorrere una strada differente. Ed è il verde Angelo Bonelli a indicare questa nuova possibilità. «Se mi è consentito – spiega il deputato – regalare ai bambini di una scuola elementare il tablet da me appena acquistato, vuol dire che quello stesso tablet potrebbe finire nelle mani di mio figlio o di mia moglie senza che l’amministrazione possa sindacare o quanto meno controllare». Insomma il parlamentare ambientalista si preoccupa che i soldi del contribuente alla fine vengano spesi per far avere a figli e coniugi di parlamentari beni tecnologici.

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