
Domani, nella base della NATO di Ramstein, in Germania, i ministri della Difesa delle cinquanta nazioni sostenitrici dell’Ucraina esprimeranno le loro azioni contro l’invasione russa. Secondo il generale Leonardo Tricarico, già capo di stato maggiore dell’Aeronautica, “bisognerebbe essere lì per avere il polso esatto della situazione”. Il generale riconosce che l’Ucraina sta affrontando grandi sfide militari e mediatiche da parte della Russia, ma ritiene che ci siano tre elementi decisivi che vanno a favore di Kiev: un ammodernamento delle strumentazioni e degli arsenali ucraini; rifornimenti occidentali in aumento sia in qualità che in quantità; maggiore motivazione delle forze armate ucraine per difendere la propria nazione. Mosca sta infatti alzando la testa e Vladimir Putin sta ripristinando la propaganda. Tuttavia il generale Tricarico è dell’opinione che alcuni successi parziali sul campo non cancellino la logorazione dell’Armata Rossa, l’arretratezza della dottrina militare e la crisi degli alti comandi. Egli poi mette in evidenza come la catena industriale del munizionamento di Mosca sia destinata a rallentare e come l’ottimismo di Zelensky non sia infondato. Alla domanda se è imminente un nuovo milione e mezzo di arruolati, Tricarico ha risposto che si tratta di un vero problema, poiché richiederebbe un notevole tempo per addestrarli tutti. Quindi ha evidenziato che l’attuale conflitto si regge sulla scommessa che Putin non alzi la posta e che l’opzione nucleare resti fuori campo. Infine ha fatto notare come sia assente qualsiasi diplomazia seria e robusta. La guerra in Ucraina sembra quindi essere giunta a un bivio: da un lato Putin megalomane e dall’altro il suo arsenale non reggerà il confronto con i nemici occidentali.