Le ore di studio spese sui libri di medicina sono state infinite, ma alla fine è arrivato il giorno della laurea. Adelaide Andriani, a soli 28 anni, ha deciso tuttavia di abbandonare la professione medica a causa dell’aggressione subita durante il suo turno di guardia medica a Udine. «Ci stavo pensando da tempo – ha dichiarato – Questo episodio è stato l’occasione per decidere di fare altro». La fuga dei medici dalle corsie è un problema sempre più preoccupante per il nostro Paese, che necessita di un urgente rinnovamento della figura del medico. L’obiettivo del governo è quello di restituire appeal alla professione sanitaria offrendo maggiori garanzie in termini di sicurezza e incolumità. Purtroppo le violenze nei confronti degli operatori sanitari continuano, come dimostra la recente notizia del medico palermitano aggredito da alcuni parenti di un paziente. Secondo un rapporto dell’Inail ben 2.500 episodi violenti si verificano ogni anno in Italia. Filippo Anelli, presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), propone l’invio delle forze armate presso i presidi ospedalieri più a rischio ed una maggiore collaborazione con il sistema 118 in caso di turni notturni solitari. Giovanni Leoni, vicepresidente Fnomceo e responsabile del sindacato Cimo Veneto, chiede invece deterrenza, pronto intervento e certezza della pena per coloro che agiscono in modo violento. Una direttiva da parte del governo potrebbe essere emanata a breve al fine di apportare maggiore sicurezza nelle corsie ospedaliere: i punti chiave su cui lavoreranno saranno la videosorveglianza ben pubblicizzata con servizio di guardianeria per il pronto intervento, presenza di guardie giurate durante le ore diurne e applicazione della legge contro la violenza verso gli operatori sanitari. Anche l’esercito sarebbe disponibile ad intervenire: tuttavia, toglierebbe uomini da altri compiti. Si attendono quindi ulteriori novità a riguardo.