“I nostri colleghi sono stati disprezzati e messi da parte dal Governo, non abbiamo altra scelta se non quella di marciare”, ha detto il leader della Stop, Mário Nogueira.
Gli insegnanti portoghesi, sostenuti da molti studenti e genitori, stanno protestando dal 28 marzo, quando hanno indetto uno sciopero parziale che prevede la loro assenza nelle lezioni di un giorno alla settimana.
Inoltre, i sindacati hanno chiesto al Governo una revisione del contratto collettivo della scuola pubblica e dell’accordo quadro sulla produttività in vigore da 14 anni.
La manifestazione di sabato è stata la più grande organizzata dagli insegnanti portoghesi negli ultimi decenni ed è stata seguita con grande interesse dai media internazionali.
Sabato scorso a Lisbona si è tenuta la grande “marcia per le scuole pubbliche” organizzata dall’Unione dei professionisti dell’educazione (Stop). Oltre 20mila persone, secondo la polizia, hanno preso parte all’evento – che gli organizzatori stimano essere stato frequentato da più di 100mila partecipanti – per chiedere miglioramenti nell’ambito delle condizioni di lavoro degli insegnanti e aumenti salariali. Gli slogan scanditi dai manifestanti erano inequivocabili: “Rispetto”, “Dignità” e “Uniti per la scuola”.
I docenti portoghesi hanno intrapreso questa battaglia a partire dal 28 marzo con un piano di scioperi parziale che prevedeva la loro assenza nelle lezioni di un giorno alla settimana. Oltre a ciò, i sindacati chiedono al governo una revisione del contratto collettivo della scuola pubblica e dell’accordo quadro sulla produttività in vigore da 14 anni.
Il leader della Stop, Mário Nogueira ha dichiarato: “I nostri colleghi sono stati disprezzati e messi da parte dal Governo, non abbiamo altra scelta se non quella di marciare”. La manifestazione di sabato è stata la più grande organizzata dagli insegnanti portoghesi degli ultimi decenni ed è stata seguita con grande interesse da tutto il mondo.