L’abolizione della pena di morte è un traguardo che in Europa è stato raggiunto quasi universalmente: l’ultima ad abolirla è stata la Lettonia nel 2012. In quella Repubblica baltica, la pena di morte con un colpo di pistola era ancora prevista dall’ordinamento militare ma l’ultima condanna a morte in tempo di pace risaliva al 1996. Sia nell’Unione Europea che nel Consiglio d’Europa – organizzazione per la difesa dei diritti umani fondata nel 1949 e oggi con 47 stati aderenti – tutti gli Stati del Vecchio continente sono fieri di aver abolito la pena di morte, tutti tranne la Bielorussia che è largamente indicata come l’ultima dittatura d’Europa. La Russia autoritaria dello zar Vladimir Putin non prevede più l’omicidio di stato: esiste sulla carta ma dall’ultima esecuzione nel 1996 anche il boia russo è stato mandato in pensione.

Recentemente, il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha dichiarato di essere a favore della pena di morte per i crimini più gravi. Durante una sessione di botta e risposta con gli utenti del suo profilo Facebook, il capo del governo polacco ha ribadito il suo sostegno alla pena capitale. Pur essendo un cattolico praticante, Morawiecki non ha mostrato difficoltà a manifestare il proprio disaccordo con la Chiesa di Roma. Il suo portavoce ha poi spiegato che forse si riferiva a crimini efferati quali omicidi multipli o premeditati e a crimini di guerra; tuttavia ha affermato che questo dibattito non fa parte dell’agenda politica del momento.

L’abolizione della pena di morte in Europa è un traguardo quasi universale: l’ultimo Stato ad abolirla è stata la Lettonia nel 2012. Tuttavia, c’è ancora un paese che resiste all’abolizione: la Bielorussia, che viene indicata come l’ultima dittatura europea. Anche nella Russia autoritaria dello zar Vladimir Putin l’omicidio di stato non esiste più: esiste sulla carta ma dall’ultima esecuzione nel 1996 anche il boia russo è stato mandato in pensione.

Recentemente, però, il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha espresso pubblicamente il proprio sostegno alla reintroduzione della pena capitale per i crimini più gravi, generando grandi polemiche all’interno del Paese e sollevando le preoccupazioni degli oppositori in materia. Inoltre, ha ricordato come l’abolizione in Polonia risalga al 1997 e abbia rappresentato «una decisione prematura». Tuttavia, secondo alcuni esponenti politici polacchi come Robert Winnicki della Lega delle Famiglie Polacche, questa proposta non fa parte dell’agenda politica del momento ed è soltanto un tentativo da parte del Primo Ministro di ottenere consenso in vista delle elezioni parlamentari autunnali.

Dalla Toscana fin all’Unione Europea, tutti gli Stati del Vecchio continente sono fieri di aver abolito la pena di morte; tuttavia c’è ancora qualche eccezione e alcuni Paesi considerano ancora valida l’esecuzione capitale come punizione estrema per determinati reati gravissimi; la Polonia potrebbe diventarne l’ultimo rappresentante?

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