La vittoria della pianificazione che colpisce i più vulnerabili.

La casa è stata recentemente messa sotto attacco, con l’accusa di essere responsabile delle emissioni di anidride carbonica e quindi del cambiamento climatico. Il movimento ambientalista guidato da Greta Thunberg ha messo in moto un investimento ideologico che l’Unione europea sta cercando di concretizzare, creando una direttiva che entrerà in vigore il prossimo 24 gennaio. Se questa direttiva sarà approvata, a marzo, tutti gli edifici classificati oltre la classe E dovranno essere ristrutturati entro il 2030. Si tratta di un dogma della natura antropica che sacrifica le abitazioni possedute dalle famiglie più povere sull’altare delle preoccupazioni degli ecologisti radicali. Il 2033 segnerà l’obbligo per tali abitazioni di raggiungere almeno la classe D ed entro il 2050 quella di emissione zero. I politici e gli imprenditori più influenti a livello globale si stanno muovendo in tal senso, creando un potenziale ricollocamento della ricchezza che porterebbe ad alcuni vantaggi ma anche a danni per altri. Al centro di tutto c’è l’idolatria della politica che mette in primo piano le mitologie ecologiste rispetto a qualunque altro valore umano e abbraccia una visione dogmatica della conoscenza. Se ci troviamo sotto attacco perfino nelle nostre case, è perché abbiamo sottovalutato il trionfo degli uomini di Stato e degli “esperti”, che mettono a repentaglio ogni libertà e la possibilità di una vita prospera e serena.