
L’inchiesta della Procura di Foggia, con l’ausilio dei Carabinieri Nucleo Investigativo e del Nas, ha portato a 15 misure cautelari ed alla perquisizione delle abitazioni dei 30 indagati per maltrattamenti e abusi sessuali nella struttura socio sanitaria “Opera Don Uva” di Foggia.
Le accuse riguardano maltrattamenti aggravati, sequestro di persona, violenza sessuale e favoreggiamento personale nei confronti di 25 pazienti ricoverati. Le vittime erano tutte tra i 40 ed i 60 anni ed erano degenti in condizioni di incapacità o inferiorità fisica o psichica, ricoverate nel reparto femminile di psichiatria di lunga degenza.
Il quadro delle violenze rilevato dai carabinieri è descritto come “agghiacciante” dal gip Marialuisa Bencivenga nelle 314 pagine del provvedimento cautelare. A quanto pare, i maltrattamenti erano quotidiani: i pazienti venivano chiusi in stanza e legati a letti e sedie con le lenzuola; venivano umiliati, picchiati, minacciati e offesi. I loro carnefici approfittavano della loro età avanzata e della loro disabilità.
Nell’elenco delle brutalità vi sono anche gli abusi sessuali compiti da un operatore su una donna e quelle dell’Oss che ha indotto un paziente a violentare una donna. Ai 30 indagati sono contestati a vario titolo due episodi di violenza sessuale, 19 episodi di maltrattamento, 13 sequestri di persona e uno di favoreggiamento personale. Quest’ultimo reato si riferisce al tentativo compiuto da alcuni indagati per cercare microspie e telecamere installate nella clinica dai carabinieri al fine di accertare le violenze.
I reati sono in gran parte aggravati dall’essere stati compiti a danno di persone gravemente disabili, dall’aver agito con crudeltà e approfittando dello stato di minorata difesa delle vittime. Luca Vigilante, amministratore delegato della ‘Universo Salute’, società che opera nell’ex istituto ortofrenico, ha dichiarato che “abbiamo provveduto alla sospensione di tutte le persone coinvolte e procederemo a licenziamenti laddove ce ne saranno gli estremi”.