
Otto persone sono state denunciate alla procura di Monza per aver percepito indebitamente contributi Covid a fondo perduto (previsti dai decreti Rilancio, Ristori, Sostegni e Sostegni bis) erogati dall’Agenzia delle Entrate, nonché di finanziamenti bancari garantiti. Due di esse risultano condannati per associazione di stampo mafioso. I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Monza, del Gruppo di Monza e della Compagnia di Seregno hanno individuato oltre 330 mila euro in incentivi percepiti illegalmente.
I sei denunciati riconducibili a ipotesi truffa aggravata hanno presentato istanze all’Agenzia delle Entrate per 254.000 euro, in due casi anche con l’emissione di fatture false per 590.000 euro. Tra questi vi è il titolare di una ditta edile giussanese che avrebbe indebitamente percepito 4 mila euro nonostante sia condannato con sentenza penale irrevocabile per associazione mafiosa. Ci sono poi il firmatario dell’istanza di contributo a fondo perduto da 10.000 euro presentata da un’immobiliare cesanese, i titolari di due ditte individuali brianzole beneficiarie di circa 40.000 euro e deferite anche per emissione di fatture false, il legale rappresentante di una società monzese percettrice di oltre 15mila euro che non ha ottemperato agli obblighi dichiarativi 2019 e 2020, l’amministratore di una società sportiva vimercatese beneficiaria indebitamente di circa 6.000 euro.
Altri nove sono stati sanzionati amministrativamente non ravvisandosi profili penali e segnalati all’Agenzia delle Entrate per recuperare i contributi non spettanti. Infine, due soggetti sono deferiti per ipotesi di indebito ottenimento ed utilizzo di finanziamenti bancari assistiti da garanzia da complessivi 77.000 euro. Un imprenditore giussanese è stato deferito anche in virtù della presenza nel nucleo familiare di un socio condannato per associazione mafiosa, mentre un altro titolare ha dichiarato ricavi superiori a quelli realmente contabilizzati col fine di ottenere maggiore finanziamento spettante.