Il 6 dicembre scorso la Regione Toscana, con la delibera n. 102, ha eletto il nuovo collegio dei revisori dei conti mediante estrazione. A spuntarla è stato il commercialista Antonio Gedeone, «risultato tra i primi tre nominativi» come si legge nella documentazione, che avrà il compito di esercitare il controllo in materia di contabilità pubblica e gestione economica e finanziaria della Regione. Il suo nome ha tuttavia suscitato malumori in consiglio, nonostante il silenzio della Giunta, dovuti ad una presunta incompatibilità con l’incarico ottenuto.
La legge regionale 8 febbraio n. 5 sancisce infatti come criterio di inammissibilità quello di essere «titolare di tre incarichi di membro effettivo in collegi sindacali o organi di controllo contabile di enti, aziende, agenzie e altri organismi pubblici dipendenti, istituiti e ordinati con legge regionale, nonché presso le aziende unità sanitarie locali e aziende ospedaliero-universitarie del servizio sanitario della Regione Toscana».
Nel suo documento firmato il 19 dicembre 2022, Gedeone dichiara che non ha all’attivo nomine ricevute direttamente dalla Regione. Eppure, sulla dichiarazione compaiono comunque incarichi in enti e aziende regionali che sarebbero un requisito di incompatibilità. Gedeone è infatti attualmente nel collegio sindacale della «Sds Senese», in quello della «Sds Alta Valdesca», nel collegio dei revisori dell’Asp «Istituto Casa Famiglia» di Siena e revisore unico dell’Asp «San Domenico» di Pescia; si tratta del sistema regionale integrato degli interventi e dei servizi sociali.
Inoltre lo stesso commercialista è stato al centro dell’inchiesta Alibante condotta dalla Procura Antimafia di Catanzaro nel 2021: le indagini hanno messo al setaccio gli affari ed interessi del presunto clan facente riferimento al boss Carmelo Bagalà ed i legami con le organizzazioni criminali. Gedeone è risultato tra gli imputati insieme al fratello nel processo che si sta svolgendo nell’aula bunker di Catanzaro ed è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori aggravato dall’agevolazione mafiosa; la Procura lo definisce come lo «storico prestanome» del boss Bagalà.
Le opposizioni rivendicano dunque un maggiore rigore nell’attenzione su queste dinamiche potenzialmente pericolose alla luce delle infiltrazioni mafiose sullo smaltimento de rifiuti illeciti vissute recentemente in Toscana, dopo che il sorteggio ha portato alla luce il nome di Gedeone senza tenere conto dei carichi pendenti.