Il Partito Democratico rischiava la scissione sul voto on line. Dopo sette ore di trattative nella direzione nazionale, chiamata a stabilire il regolamento, si è arrivati ad un punto di caduta: il via libera al voto on line per le aree montane e le aree interne, dove è più difficile attrezzare i gazebo, o per quelle persone impossibilitate a raggiungere le sezioni. Inoltre ci sarebbe la possibilità del voto via internet anche per chi è residente in zone remote, lontano dai principali centri dove saranno allestiti i gazebo. Servirà lo Spid. I criteri saranno definiti con precisione dalla commissione congresso. Altro tema che andrà approfondito in commissione è quello dei residenti all’estero, che non potranno usare lo Spid. Si dovrà indicare un meccanismo in grado comunque di garantire la certezza dell’identità e la riservatezza del voto.
Il segretario uscente Enrico Letta ha commentato l’accordo dichiarando che «il tema del rafforzamento della democrazia ci riguarda, è il nostro impegno fare del Pd un partito che sia democratico per davvero». Il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha ammesso il fallimento di quanti hanno cercato una mediazione: «Se ci spacchiamo sulle regole rischiamo di essere individuati come marziani».
Paola De Micheli, candidata alla segreteria nazionale del Pd, ha sottolineato come «introdurre il voto online a 40 giorni del voto significa cambiare la natura del Pd e, se si vuole fare una discussione, andrebbe fatta dopo il congresso». Gianni Cuperlo, altro candidato alla segreteria Pd ha semplicemente affermato: «Io faccio quello che decide il mio partito».
Dopodiché l’accordo sull’introduzione del voton line è stato finalmente raggiunto, scongiurando così una possibile scissione del Partito Democratico su questa questione. Grazie all’utilizzo dello Spid sarà possibile salvaguardare la certezza dell’identità e la riservatezza del voto dei residenti all’esterpo che non potrannocosì essere esclusi dal voton line.