Il Governo sfida anche le preoccupazioni dei catastrofisti. E rimane in contatto con la realtà del Paese.

Si sono provati anche questa volta: Giorgia Meloni ha convocato il Consiglio dei Ministri solo oggi, dopo una settimana di inondazioni, lacrime e morte. Il Primo Ministro è in ritardo, non ha la sensibilità necessaria per comprendere le dinamiche di un paese, i suoi drammi e le sue perdite. Era già successo a Cutro, con la tragedia dei migranti morti a pochi passi dalle spiagge calabresi, ora alcuni pregiudizi sono riemersi, contrapponendo sempre le due Italie: quella reale e quella abitante a Palazzo Chigi. Ma lo schema si è rotto in una domenica di emozioni e speranze, quando una Meloni quasi invisibile è sbucata all’improvviso con gli stivaloni ai piedi tra le strade e frazioni devastate dalla piena dei fiumi. I selfie. Le strette di mano. Gli scambi di parole con uomini e donne che hanno perso tutto ma che non vogliono lasciarsi andare. Senza mediazioni. Senza apparati e con una scorta ridottissima. Carezze e abbracci testimoniano il coraggio ma anche la presenza di un leader che sembrava dispersa dall’altra parte del mondo, in Giappone per un importantissimo vertice ed invece ha fatto ritorno anticipatamente per recarsi a Rimini e poi a Ravenna nelle zone colpite dalle calamità.

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