Il leader dell’opposizione venezuelana Juan Guaidó ha avvertito il governo spagnolo di non “relativizzare” il “dittatore” Nicolás Maduro. Più di cinquanta Paesi hanno appoggiato la sua mossa, ma il sostegno internazionale si è affievolito negli ultimi mesi. Guaidó ha messo in guardia da qualsiasi “riavvicinamento” con Maduro, così come i governi considerati democratici non prenderebbero ora in considerazione un avvicinamento al presidente russo Vladimir Putin.

In un’intervista telefonica con Europa Press, Guaidó ha ribadito che la nomina di un ambasciatore da parte della Spagna “non significa responsabilizzare un dittatore”, ma che deve essere accompagnata da “progressi” in termini di democrazia e rispetto dei diritti umani. Ha invitato le autorità spagnole a ignorare la richiesta di arresto presentata dalla Procura generale pro-Chávez contro i membri della nuova leadership dell’Assemblea dell’opposizione, definendola un’azione politica.

Guaidó ha contestato la decisione dei suoi compagni di opposizione di porre fine al gabinetto politico da lui guidato, affermando che è necessario ricostruire l’alternativa e indire delle primarie per eleggere un candidato comune per le future elezioni presidenziali. Ha inoltre dichiarato di essere in “contatto regolare” con il suo collega di partito Leopoldo López, che vive in “esilio ingiusto” in Spagna.

Uno dei primi passi della nuova Assemblea è stata quella di abolire la maggior parte delle delegazioni all’estero, come ha ricordato Guaidó: “Avere una presenza costante e stabile nei Paesi democratici è una finestra per rendere visibile la crisi, per cercare aiuto”. Ha inoltre sottolineato che il Venezuela non può essere considerato affidabile nel campo energetico finché non verrà ripristinata la democrazia.

Infine, ha affermato che l’opposizione e il governo mantengono aperto un dialogo che non ha ancora portato a grandi progressi. La possibilità di un accordo, ha aggiunto, dipende da diversi fattori ma è comunque legata alla dittatura, poiché dipende da essa andare avanti. Una delle principali richieste resta quella di indire elezioni che il chavismo “deve”.

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