La storia di Fulvio Oscar Fuso, 64enne di Sannicola, della provincia di Lecce, è diventata un fatto di cronaca che ha generato dibattito. Dato per morto il 5 gennaio, è in realtà “risorto” il 9: in mezzo, quattro giorni di lutto con preparativi per il viaggio dei parenti dal Salento a Milano “per riconoscere la salma” e la telefonata all’impresa di pompe funebri per i funerali. Ma come è potuto succedere?

Rita, amica di Fuso, racconta che l’uomo soffre da tempo di una grave malattia e che il 19 dicembre era partito da Lecce per cercare una diagnosi a Milano. Dopo averla raggiunta ha perso il contatto con i propri cari poiché aveva smarrito il telefono.

Il 22 dicembre si è presentato al pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefratelli dove è stato ricoverato. Per prassi, come persona non accompagnata e senza cellulare si è compilato un modulo di ricerca parenti inviato alla Questura.

A causa dell’errore umano nella pec inviata al Comune di Sannicola dal commissariato Garibaldi-Venezia è stato scritto “Decesso di Fulvio Oscar Fuso” chiedendo di verificare se nel territorio vi fossero “parenti del defunto” che potessero riconoscere la salma. I parenti hanno ricevuto tale comunicazione il 5 gennaio, giorno prefestivo.

Nessuno poteva pensare che Fuso fosse vivo. Il chiarimento è arrivato dopo il ponte dell’Epifania, lunedì 9. La Questura ha rintracciato il fratello del 64enne ed ha chiesto scusa per l’equivoco.

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