George Santos è il nuovo re dei bugiardi a Washington. Il deputato repubblicano dello Stato di New York, esordiente al Congresso, ha destato sconcerto nel mondo politico statunitense prima ancora di insediarsi per via della lunga serie di bugie e falsità che ha disseminato sul suo conto, dall’istruzione al lavoro, passando per la famiglia e addirittura l’Ucraina. Il New York Times è stato il primo a segnalare le discrepanze su di lui. Dopo una campagna elettorale incentrata sulle sue origini brasiliane e sulla sua omosessualità, Santos ha dichiarato sul suo sito di aver lavorato come broker per Goldman Sachs e Citigroup, ma non risultava alcun George Santos nei registri delle banche statunitensi. Anche il Baruch College, l’università in cui sosteneva di essersi laureato, ha comunicato di non aver mai avuto una persona con quel nome tra i propri studenti. La New York University ha smentito una biografia di George Santos in cui si affermava che il politico repubblicano avesse ottenuto un Master in Business and Administration. Costretto ad ammettere la propria mancanza di laurea al New York Post, Santos si è rifugiato nel curriculum professionale sostenendo di aver curato patrimoni e titoli miliardari mentre era impiegato in Florida presso la società Harbor City Capital. Tuttavia, il governo federale ha congelato i beni della stessa accusata di aver architettato uno schema Ponzi da 17 milioni di dollari. Sul fronte familiare, Santos ha millantato che i suoi parenti fossero sopravvissuti all’Olocausto scappando dalle persecuzioni naziste della Seconda guerra mondiale; storie smentite da esperti e genealogisti. Anche l’affermazione secondo cui sua madre sarebbe morta per effetto dell’11 settembre non trova riscontro nella realtà: la madre infatti era un’infermiera disoccupata dal 1994 e non risulta che abbia mai lavorato al World Trade Center. Ma le affermazioni più gravi riguardano anche il suo presunto matrimonio: nel registro ufficiale dello Stato di New York non compare nulla e neppure nel giorno del giuramento alla Camera indossava la fede. I democratici hanno presentato un reclamo alla commissione etica della Camera presieduta dai repubblicani mentre diverse richieste di dimissioni son partite da destra, segno che l’accoglienza a George Santos non sarà delle più facili.