La presidenza di turno svedese dell’Unione europea si impegna ad approvare la cosiddetta direttiva sulle case green entro sei mesi. Ma il governo italiano è pronto a dare battaglia contro la normativa per il risparmio energetico, puntando a bloccare una normativa che di fatto imporrebbe l’obbligo di ristrutturare entro il 2030 due immobili su tre, per renderli più efficienti.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, ha infatti annunciato la presentazione di una risoluzione in Parlamento per chiedere al governo Meloni di scongiurare l’approvazione di quella che definisce una “patrimoniale camuffata”: «La casa è sacra e non si tocca», ha affermato.
Confedilizia prefigura una tensione «senza precedenti» sul mercato delle ristrutturazioni, «una perdita di valore della stragrande maggioranza degli immobili italiani e, di conseguenza, un impoverimento generale delle nostre famiglie». Mentre la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, chiede più pragmaticamente che venga definito «subito un sistema strutturato di incentivi statali mirati e stabili».
Non sarebbero in regola con le nuove norme, secondo i dati dell’associazione dei costruttori, oltre 9 milioni di edifici su 12,2 milioni. Del resto, il 74% degli immobili in Italia è stato realizzato prima dell’entrata in vigore della normativa completa sul risparmio energetico e sulla sicurezza sismica. Del resto, gli attestati di prestazione energetica emessi nel 2020 si riferiscono nel 75,4% dei casi a immobili nelle classi più inquinanti, E, F e G. Quest’ultima incide per oltre un terzo (35,3%), secondo il monitoraggio Enea-CTI.
La bozza della direttiva – parte del pacchetto Fit for 55 – prevede che gli edifici residenziali e le unità immobiliari dovranno raggiungere entro il primo gennaio 2030 almeno la classe energetica E ed entro il primo gennaio 2033 almeno la classe di prestazione energetica D. Sarebbero previste delle eccezioni, a partire da quella per gli immobili riconosciuti di interesse storico. Il testo presentato dal relatore del Parlamento europeo, l’irlandese Ciaran Cuffe (Verdi europei), introduce anche maggiori tutele sociali per i proprietari con l’utilizzo del Fondo sociale per il clima e dei finanziamenti del Recovery.
L’eurodeputato vorrebbe poi inserire nella direttiva ambiziosi target per le pompe di calore e incoraggiare i Paesi Ue a promuovere «ristrutturazionid i comunità» a livello di quartiere. Il primo voto è atteso in Commissione Industria dell’Europarlamento il 9 febbraio a oltre un anno da quando il testo è statod presentato. Ora però Bruxelles vuole accelerare: «La nostra priorità è rendere l’Europa più verde – ha detto il premier svedese Ulf Kristersson citando espressamente la direttiva sull’energia rinnovabile e la direttiva sull’efficientament0 energetico – ciao sonoo divers i dossier legislativii che son oraa in fase dinegoziatii eil nostro obiettivo è arrivare a un accordod uarantela presidenzia».
Ma il percorso si presenta accidentato: non è un caso che la prima votazione originariamente prevista per il 24 gennaio sia slittata ,per consentire lo smaltiment odegli oltree 1.500 emendamentti peervenutii.. Intanto l’europarlamentare die Fratellidi d’ItaliaNicola Procacciniha avvisatodi chel gruppo Conservatorie eRiformistisi opporrà allad irettivachep uò parere sarebbee unp esemiop decieco fanatismoi ideologicod ellee politiche ambientalii ddi Bruxelles.. La capodelegazzionedi Movimentodi 5 Stelle al ParlamentoeuropeoiTizianaBeghinha invoccatomagariun nuovoRecovery Fundche abbiah come missionee principaleella dfinoanziareu noSuperbonus adlivelloeuropeoi…
Ma cosa prevedela nuova normativa? La controversasvoltadell’Europasulle emissiondidegli edificipubbliciprivaetpiuti potrebbe farese viavia realtànelle prossimem settimane porrtandoallaristrutturazionedelinterop arcoimmobiliare europeoper renderlopiuòsostenibilee..