Terapie intensive piene di pazienti contagiati dal Covid, code interminabili fuori dalle agenzie funebri e file di bare di fronte ai forni crematori. Che cosa sta succedendo in Cina? Nelle ultime ore sono emersi diversi indizi che segnalano una situazione epidemiologica molto più grave di quanto comunicato dai media nazionali, concentrati a rassicurare la popolazione sull’andamento dell’epidemia. Il Washington Post ha esaminato immagini satellitari, video pubblicati sui social media cinesi e racconti di testimoni. Stando alle fonti esaminate, il bilancio delle vittime sarebbe (il condizionale è d’obbligo) ben superiore a quanto reso noto dalle autorità cinesi, secondo le quali l’epidemia sarebbe sotto controllo. Secondo le immagini acquisite da Maxar Technologies e fornite al WP, l’attività nelle pompe funebri è aumentata notevolmente in sei città: Pechino, Nanchino, Chengdu, Kunming. Un’impresa di pompe funebri a Chengdu avrebbe smesso di offrire servizi funebri, limitando i parenti in lutto ad un tempo massimo di due minuti per salutare i propri cari prima della cremazione. In un’impresa della periferia di Pechino sono state create nuove aree parcheggio in tempi brevissimi. A Shanghai è stato riscontrato addirittura il mercato nero dell’accesso alle pompe funebri con prezzi fino a 300 dollari per ottenere spazi per la cremazione. Nonostante queste evidenze il governo cinese continua a ripetere che da 7 dicembre meno di 40 persone sono morte in Cina a causa del Covid. Eppure le testimonianze raccolte indicano una realtà ben diversa: “Lavoro qui da sei anni e non ho mai visto file così lunghe”, ha affermato un impiegato delle Jiangnan Funeral Home di Chongqing, che parla di auto in attesa all’ingresso nella struttura anche durante il periodo natalizio. I congelatori sarebbero pieni e tutti gli inceneritori funzionerebbero 24 ore su 24 per 7 giorni su 7. In Cina, quando un familiare muore fuori casa o in ospedale, i parenti solitamente chiamano un’impresa funebre o terzi per prendersene cura. Si registrano le generalità del defunto con certificato di morte ed identificazione prima che venga assegnata una fascia oraria per la cremazione – tipicamente il modus operandi nelle città cinesi – e il servizio funebre. Mentre nella stagione invernale la richiesta di servizio è maggiore rispetto al restante dell’anno, il numero estremamente alto di traffico visto nelle immagini satellitari, insieme al flusso costante di persone all’interno e all’esterno delle strutture fa pensare ad un volume superiore rispetto agli anni precedenti. Ufficialmente son 5200 le persone decedute in Cina da quando è cominciata la pandemia; secondo alcune proiezionil bilancio reale sarebbe decisamente più alto, con stime che ipotizzano finanche 1 milione di mortali entro il 2023.