Una vicenda lunga tre anni, che vede protagonista la professoressa Marina Brogi, dal 2007 ordinaria di Economia e Tecnica dei Mercati Finanziari della Sapienza, e il collega Stefano Bonini, nominato Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari al Dipartimento di Scienze Giuridiche “Cesare Beccaria” della Statale di Milano. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della professoressa Brogi, ordinando all’ateneo di rifare la selezione. Un’occasione per esaminare la procedura e le modalità che hanno portato alla nomina.

Il Consiglio di Stato ha ritenuto che l’ateneo abbia sbagliato nella valutazione dei punteggi attribuiti ai candidati, assegnando più del massimo consentito alle pubblicazioni in collaborazione presentate da uno dei tre partecipanti alla selezione. La conseguenza è che tutta la procedura va rifatta entro trenta giorni, altrimenti si aprirà una nuova contesa legale.

Tutto è cominciato nel 2019, con un decreto rettoriale della Statale che bandiva una selezione per il posto da professore di prima fascia. Undici i candidati presentati, tre ammessi alla prova orale: Bonini, Brighi e Brogi. La classifica finale ha visto Bonini primeggiare con 72,1 punti; ma l’esame aveva preso in considerazione anche i titoli curricolari dei partecipanti, con risultati decisamente divergenti: 62,1 a Bonini, 57,2 a Brighi e 55,9 a Brogi.

Da qui l’accanita contesa legale che vede contrapposte le parti. La questione ruota attorno ai criteri valutativi stabiliti dalla commissione stessa; in particolare alle pubblicazioni in collaborazione presentate dai tre candidati finalisti. Per essere omogeneo nell’assegnazione dei punteggi previsto dalla commissione stessa – dividerli “per il numero degli autori” – quelle presentate da Brighi avrebbero dovuto valere rispettivamente 15,53 e 13 punti (ancora meno rispetto a quelli realmente assegnati).

Questa interpretazione è stata accolta dal Consiglio di Stato al quale si è rivolta la professoressa Brogi. I giudici hanno annullato gli atti pregressi e disposto un nuovo esame delle candidature da parte di un nuovo organo competente. All’esito della procedura di rivalutazione è emerso un esito sorprendente: in testa balzava Brighî con 82 punti; Bonini e Brogi si attestavano rispettivamente su 75 e 73 punti.

Ricorrendo nuovamente al Consiglio di Stato la professoressa Brogi ha contestato tre aspetti della procedura: primo fra tutti la rivalutazione effettuata non solo sugli undici candidati inizialmente presentatisi all’esame ma su tutti coloro che si erano iscrittti al concorso (otto più tardi).

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