L’Italia è stata storicamente una delle patrie dell’aviazione, ed una delle famiglie più importanti nel campo della progettazione di aerei è stata quella dei Caproni. Giovanni Battista Caproni, originario di Arco di Trento, è stato un grande imprenditore metalmeccanico italiano ed un pioniere del volo nel nostro Paese. Nel 1910 si trasferì a Somma Lombardo (Varese) dove realizzò uno primi velivoli italiani, il prototipo biplano Ca1. Successivamente fondò le Officine Caproni, divenute poi la principale azienda aeronautica italiana. Grazie alle commesse di guerra durante il primo conflitto mondiale, la Caproni negli anni ’30 raggiunse i 50mila dipendenti.

Nonostante i primati mondiali raggiuti dai suoi modelli, la Seconda Guerra Mondiale segnò un rallentamento della produzione e la successiva crisi dell’azienda. In seguito alle acquisizioni di realtà come la Isotta Fraschini e le Officine Meccaniche Reggiane divenne un impero metalmeccanico con una produzione che spaziava dalle automobili alle vetture tranviarie fino alle navi. Passò sotto il controllo statale, aprì sedi negli Stati Uniti, in Perù, Bulgaria e Belgio, e arrivò a realizzare 170 tipi di aerei, stabilendo oltre 70 record nel mondo dell’aviazione.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, gli stabilimenti Caproni si trovarono in territorio della Rsi e il controllo delle industrie del gruppo passò in mano ai tedeschi, finalizzando così la produzione alle necessità belliche del Terzo Reich. A guerra finita nel 1946 Giovanni Battista venne anche processato, e poi assolto, dall’accusa di collaborazionismo per aver fornito aerei da guerra al regime fascista e ai tedeschi. L’azienda non riuscì però a riprendersi dalle difficoltà del Secondo Dopoguerra e tra il 1949 e il 1951 fallì definitivamente chiudendo tutte le sue attività.

Tornata alla ribalta grazie al figlio Achille Capronio di Taliedo (oggi 85enne), la Compagnia Generale Industriale – holding di cui era presidente – tra il 1983 e il 1985 venne coinvolta in una serie di reati finanziari che comportarono l’accusa per bancarotta fraudolenta per banche e società finanziarie e l’accusa per peculato nell’utilizzo non autorizzato di fondazional pubbliche. La Guardia di Finanza ricostruì debiti per 30 milionidi vecchie lire (circa 15 milionidi euro attualmente), giri di fatture false e distrazione di milionidi lire riapparse su contipersonali del Capronio. Quest’ultimo venne arrestato nel 2011 dopodecennidi latitanza durante i qualifi diventò anche cittadino venezuelano – vicino ad Hannover in Germania.

La famiglia Capronio ha dunque lasciato un segno indelebile nella storia dell’aviazione italiana: dai record mondialifatti volare agli affari con Flavio Briatore.

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