In una settimana, Alfredo Cospito ha perso altri 4 chili e sono 38 dal 20 ottobre scorso, quando ha iniziato lo sciopero della fame per protestare contro l’applicazione dell’articolo 41 bis del regolamento penitenziario relativo al carcere duro. Al fine di non lasciare nulla di intentato, il suo difensore, Flavio Rossi Albertini, ha depositato istanza di revoca del 41bis al ministro Carlo Nordio, che comunque era a conoscenza della procedura giudiziaria davanti al Tribunale di Sorveglianza e del conseguente ricorso per Cassazione. Nordio si era lamentato dell’assenza di specifiche richieste al suo ufficio pochi giorni fa, ma nello stesso comunicato ammetteva di essere al corrente del caso.
Ennesima puntata di un gioco delle parti sulla pelle di un detenuto che sta mettendo in gioco la sua vita in una battaglia che ha spiegato più volte combattere non solo per se stesso. “Ormai stiamo tutti in una storia surreale” precisa l’avvocato Albertini. “È dimagrito ulteriormente – racconta il medico di fiducia Arnangela Melia – in maniera importante rispetto alla settimana scorsa; ha perso altri 4 chilogrammi, adesso ne pesa 80, circa 10 sotto il peso forma; la muscolatura si sta riducendo progressivamente”. Era un po’ arrabbiato perché sono andati a visitarlo quattro parlamentari del Partito Democratico e lui ha ribadito che la sua lotta non è solo per lui ma per tutti quelli che si trovano al 41bis”.
La dottoressa spiega che il dimagrimento preoccupa a questo punto perché Cospito, avendo già consumato i suoi depositi di grasso, adesso sta andando piano piano verso un catabolismo muscolare, per cui ci sarà una riduzione della forza e ci si deve aspettare un peggioramento delle condizioni di salute. Arcangela Melia riferisce inoltre che Cospito menziona sempre i compagni curdi che sono stati anche un anno senza mangiare; tuttavia prendevano multivitaminici e integratori che lui rifiuta perché gli fanno venire un senso di fame. Con il senso di fame lui si sente male; ma senza integratori il peggioramento ulteriore della salute appare inevitabile.
Per quanto riguarda l’istanza presentata all’attenzione del ministro Nordio, si fonda su fatti nuovi non sottoposti già al Tribunale di Sorveglianza lo scorso primo dicembre. Va ricordato che, essendo in via di definizione la vicenda del ricorso per Cassazione, non appare molto probabile un intervento del ministro. I tempi della decisione della Cassazione non sono al momento noti ma comunque non certamente a breve. E soprattutto questo ambaradan burocratico e giuridico si scontra con le condizioni di salute del detenuto che sono molto a rischio.
Walter Verini, uno dei quattro parlamentari che aveva fatto la visita nella prigione di Sassari, ritorna sul caso per dire che bisogna evitare effetti estremi e invita Nordio a fare al più presto una valutazione. Anche se il Pd sul 41bis non cambia idea: Verini conferma infatti che lo strumentocontinua ad essere imprescindibile per le finalità per le quali nacque. All’appello in favore dell’anarchico si accoda l’alleanza tra Sinistra Italianae Verdi ritenendo tra l’altro sproporzionata la pena inflitta rispetto al gestorealativo aipacchi esplosividi Fossano.
“Evitare un esito fatale che macchierebbe per sempre la nostra democrazia”, diconol’capigruppoLuana Zanella e Peppe De Cristofaro di Camera e Senato; tra i firmatari anche l’artista Alessandro Bergonzoni “perché salvare una vita è sempre doveroso a prescindere”. Bergonzoni spiega di convivere sia le motivazionidi Luigi Manconi sia quelle della vicesindacoEmile Clancydi Bologna che, pur ricoprendounacarica pubblicaha aderito senza cheromperelasirimproverareper aver sostenutocose graviollecite neiconfrontidelle istituzioni.
Il Partito della Rifondazione Comunista denuncia “unaccanimentocontroCospito”; controla Costituzionesi utilizzanomisure emergenzialiconuna disinvolturadisumana”.