Addio a Gina Lollobrigida: in tanti alla camera ardente a Roma.

Un cuscino di rose rosse adorna la camera ardente di Gina Lollobrigida a Roma, in Campidoglio. Ai lati due ritratti della splendida Lollo ai tempi d’oro della sua carriera cinematografica e sullo sfondo uno schermo che riproduce le scene più belle dei suoi film. In questo luogo si sta dando l’ultimo saluto all’attrice scomparsa lo scorso 16 gennaio, all’età di 95 anni. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e l’unico figlio della Lollobrigida sono stati i primi a omaggiarla. I funerali si terranno giovedì presso la chiesa degli Artisti in piazza del Popolo.

Lo scorso settembre, dopo una caduta in casa che le aveva causato una frattura del femore per cui era stata operata, la Lollo era stata dimessa dalla clinica. Quattro anni prima era finita in ospedale ancora per un incidente domestico ed era stata presa in cura dai sanitari del Sant’Eugenio, ospedale a poca distanza dalla sua villa sull’Appia Antica, dimettendosi pochi giorni dopo. Purtroppo l’incidente al femore è avvenuto proprio a due settimane della tornata elettorale del 25 settembre in cui la Lollobrigida era candidata a Latina al collegio uninominale del Senato, e in altre circoscrizioni nel plurinominale proporzionale, per la lista ‘Italia sovrana e popolare’.

Nata a Subiaco nel 1927, Gina Lollobrigida è stata una delle interpreti europee più importanti a livello internazionale negli anni Cinquanta e Sessanta. Ha lasciato il segno nel panorama cinematografico mondiale segnando con il suo grande talento il cinema italiano del dopoguerra. Ha interpretato oltre sessanta film ed è stata diretta da alcuni dei più grandi registi italiani come Alberto Lattuada, Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Pietro Germi, Alessandro Blasetti e Mario Soldati. Nella sua carriera ha vinto sette David di Donatello.

Il suo nome rimarrà legato al nuovo cinema italiano del neorealismo ed i ruoli che le hanno fatto conoscere sono quelli ricchi di vigorosa passionalità popolana che ha impresso con la propria personalità recitando da autodidatta. Tra i tanti successi va ricordato “Fanfan la Tulipe” diretto dal regista francese Gerard Philipe nel 1952; ma è con “Pane amore e fantasia” diretto da Luigi Comencini (1953) insieme a Vittorio De Sica che entra nella storia del cinema italiano diventando un’icona della cultura popolare.

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